“Diario” – la donna che scelse di non salvarsi, Esther Hillesum

Esther Hillesum, detta Etty, è stata una scrittrice olandese di origine ebraica. Deportata a Westerbork nel 1943, venne poi assassinata ad Auschwitz il 30 novembre dello stesso anno.

Etty è una giovane donna che vive ad Amsterdam. Ha tantissime passioni nella vita, e ama leggere Rilke, Jung e Dostoevskij. E’ di origine ebraica ma non osservante. Nonostante ciò, è molto attirata dalle tematiche religiose in generale. Spesso ne parla e talvolta scrive a riguardo nel suo diario.

I suoi scritti iniziano però a cambiare quando si fanno strada le persecuzioni naziste contro gli ebrei. Etty vuole dar voce ai suoi amici che vengono deportati nei campi di concentramento, per fare in modo che essi non vengano dimenticati.

Le leggi razziali diventano sempre più dure e severe, tanto che un giorno, Etty trova appeso un cartello con la scritta “vietato agli ebrei”. Questo episodio la segna molto, tanto che la ragazza scrive: “la nostra distruzione si avvicina furtivamente da ogni parte, presto il cerchio sarà chiuso intorno a noi e nessuna persona buona che vorrà darci aiuto lo potrà oltrepassare”.

Però, tanto più il cerchio si stringe attorno a lei, tanto più Etty si dimostra battagliera. Lavorando come dattilografa per il Consiglio Ebraico, la ragazza avrebbe potuto salvarsi. Invece preferisce non sottrarsi al “destino di massa”, e cerca di rendersi utile in ogni modo possibile per dare una mano. Confinata a Westerbork, campo di transito da cui sarà mandata ad Auschwitz, Etty esalta persino in quel “pezzetto di brughiera recintato dal filo spinato”.

La sua forza d’animo accompagna Etty fino alla fine, senza mai mostrare un filo d’odio verso i suoi persecutori. La sua voce narrante risulta sicura e solida, per niente spaventata dal destino che la attende.

Il 27 gennaio 1945 è la data in cui le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di sterminio di Auschwitz, e dal 2005 è riconosciuta come la Giornata della Memoria delle vittime dell’Olocausto. Simbolo di questo periodo è sicuramente il diario di Anne Frank, testimonianza veritiera degli orrori nazisti. Ma quelle pagine non sono le sole a raccontare la condizione degli ebrei. Anche Etty Hillesum, con il suo diario, ha lasciato una testimonianza profonda che non può passare inosservata.

Nei suoi scritti troviamo tutti i buoni propositi, i sentimenti e i sogni della giovane donna. Ma anche lo smarrimento e l’incredulità davanti alle leggi razziali, che cadono addosso all’autrice come una spada di Damocle, senza che lei abbia alcuna colpa. Una delle pagine più tristi è quella datata 21 giugno 1943, giorno in cui la famiglia di Etty raggiunge il campo di Westerbork. Etty, che all’epoca prestava servizio ai malati del campo, vede arrivare i genitori e i fratelli, e capisce che per loro non potrà fare niente per evitare l’inevitabile.

Il diario di Etty, oltre ad essere una fotografia di quello che la ragazza vive giornalmente, è anche un viaggio all’interno di sé stessa. Nel diario, leggiamo che Etty si crea un Dio personale, al quale rivolge domande e dubbi riferiti al periodo buio che sta attraversando. Questo Dio interiore diventa il suo interlocutore, colui che le permette di sfuggire, anche se brevemente, dall’orrore quotidiano.

Il diario di Etty Hillesum sono stati stampati per la prima volta nel 1981, e da allora rappresentano una delle poche testimonianze complete e veritiere della vita ai tempi del regime nazista.

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