“Fiori sopra l’inferno” – il bene e il male, Ilaria Tuti

“Fiori sopra l’inferno” è il l’ultimo romanzo della scrittrice Ilaria Tuti. E’ stato pubblicato in gennaio 2018.

Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell’orrido che conduce al torrente, tra le pozze d’acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l’esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l’inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling e ogni giorno cammino sopra l’inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall’età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l’indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura”.

Teresa Battaglia è un commissario di polizia. Di esperienza ne ha tanta alle spalle, ma stavolta si rende conto che qualcosa di diverso sta accadendo, qualcosa che potrebbe sconvolgere per sempre la sua esistenza. Teresa Battaglia è vicina alla pensione, combatte contro il diabete e i primi sintomi di un Alzheimer precoce, che cerca di nascondere ma diventa giorno dopo giorno più evidente. Ad un passo dalla meritata pensione, Teresa si trova a dover fare un nuovo profiling di un assassino.

A causa della sua malattia perde a tratti la lucidità perché la mente sta iniziando a tradirla. L’unica cosa che riesce a percepire nella confusione della sua testa è la sensazione di paura e di pericolo che si avvicina sempre di più a lei. Nei boschi tra le vicine montagne è accaduto qualcosa di tremendo e Teresa sente che quello è solo l’inizio. Un assassino si aggira tra le sue montagne e il commissario di polizia Battaglia deve fare del suo meglio per rimanere lucida, salvare più vite possibile e smascherare chi si cela dietro queste morti. Ne vale la pena. Per dare prova ancora una volta della sua dignità e delle sue capacità e dimostrare a sé stessa di essere ancora in grado di risolvere un caso.

Ilaria Tuti, nel suo romanzo d’esordio, si rivela maestra nel tratteggiare la sua protagonista, il commissario Teresa Battaglia. Nelle sue parole percepiamo chiaramente la solitudine e il dolore come presenze reali nella vita della donna, costretta ad affrontare un nuovo dramma che la spinge ad avere compassione di sé, a modificare le sue abitudini, a rimodellare le giornate in modo diverso per non perdersi. Il lettore non può che provare rabbia per la malattia di Teresa che avanza inesorabile e tenerezza per questa eroina in sovrappeso che si ritrova a dover combattere contro i sintomi della vecchiaia.

Colpita dalla malattia e prigioniera di un corpo che sembra via via abbandonarla, Teresa si ritrova a riflettere sulla natura umana. Ripercorre i vecchi casi risolti, rivive gli orrori e la crudeltà dei vari assassini assicurati alla giustizia, si chiede come si possa arrivare a tanto. Nonostante ciò, in tutto il romanzo la malvagità viene umanizzata, non giustificata, ma in qualche modo capita.

«Forse loro vedono il mondo meglio di noi. Vedono l’inferno che abbiamo sotto i piedi, mentre noi contempliamo i fiori che crescono sul terreno. Il loro passato li ha privati di un filtro che a noi invece è stato concesso. Questo non vuol dire che abbiano ragione a uccidere, o che io li giustifichi»
«E allora che cosa significa?»
«Che in un lontano passato hanno sofferto e quella sofferenza li ha trasformati in ciò che sono. Io questo non lo posso dimenticare»

Un’ altro personaggio fondamentale nel romanzo è l’ispettore Massimo Marini, il novellino affiancato da Teresa. E’ molto giovane e ancora inesperto, ma sarà la sua determinazione a dare una svolta definitiva al caso, aiutando il commissario Battaglia nella ricerca del “mostro”.

Punto centrale di questo romanzo sono i bambini. I bambini di ieri, vittime innocenti, e i bambini di oggi, costretti al silenzio da un patto di sangue. Tutti questi bambini uniti da un filo conduttore: la mancanza di amore e cure durante l’infanzia.

Lo sfondo delle vicende narrate è la comunità montana di Travenì. Un piccolo paese in cui la comunità fa fronte comune contro la polizia, è diffidente, restia nel parlare, chiusa verso tutto ciò che accade al di fuori. La Tuti la dipinge come una comunità pronta a giudicare chiunque, ma totalmente cieche verso le proprie colpe e disinteressata a riscattarsi. Sconvolta da assassini violenti, questa comunità si chiuderà ancora di più in sé stessa, lasciando Teresa e Massimo soli nella ricerca del colpevole.

Un thriller su più livelli, in cui passato e presente si fondono insieme, che coinvolgeranno il lettore fino all’ultima pagina.

Una risposta a ““Fiori sopra l’inferno” – il bene e il male, Ilaria Tuti”

  1. L’ho finito da poco, letto tutto d’un fiato. Ottimo libro, bella recensione che colpisce nel vivo! Congratulazioni alla redazione per questo sito ben impostato.

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