“Gennaio di sangue” – omicidi, droga e bordelli, Alan Parks

Gennaio di sangue” è stato pubblicato nel 2019. Rappresenta il romanzo d’esordio dello scrittore Alan Parks.

Glasgow, primi giorni dell’anno 1973. Il detective trentenne Harry McCoy viene convocato nel carcere di Barlinnie da un detenuto, il quale gli rivela che una ragazza sta per essere uccisa. McCoy, insieme al neo assunto Wattie, decide di andare a controllare, giusto per non lasciare niente di intentato. Ma i due arrivano troppo tardi, e assistono impotenti al brutale assassinio di Lorna Skirving e al suicidio del suo assassino, Tommy Malone.

Il caso sembra tristemente risolto, da archiviare come omicidio-suicidio. Però tutto cambia quando il detenuto che aveva avvertito McCoy della morte della ragazza viene trovato barbaramente assassinato in carcere. Tutto lascia pensare che gli omicidi siano collegati, ma qual è il filo conduttore? Chi avrebbe voluto morti due ragazzi giovanissimi e un detenuto costretto a passare tutta la vita in carcere?

L’indagine subisce una svolta violenta quando viene ritrovato un altro cadavere, stavolta di un uomo. McCoy, assiduo frequentatore di sordidi bordelli e invischiato in un grosso giro di droga, capisce che dietro gli omicidi si nasconde molto di più. Dovrà essere svelto McCoy, perché la scia di sangue è inarrestabile. Ma soprattutto dovrà prestare molta attenzione, perché una delle prossime vittime potrebbe essere proprio lui.

Le vicende narrate si svolgono tutte nell’arco dei primi venti giorni di gennaio. Il 2 gennaio, giorno in cui si apre la narrazione, troviamo un giovane McCoy reduce da una sbronza e una notte di sesso passata in uno dei peggiori bordelli della città. Detective dal passato inquieto, fatto di istituti per ragazzi minorenni, collegi e tutori violenti, McCoy, pur lavorando per la polizia, vive una vita privata fatta di eccessi. Alcool, droga e bordelli sono le sue principali occupazioni. E’ un personaggio molto complesso e molto ben costruito dall’autore. A tratti risulta un benefattore simpatico, a volte un terribile bastardo senza cuore. Solo grazie alle sue conoscenze nei traffici loschi di Glasgow la vicenda avrà un epilogo non troppo tragico.

Siamo negli anni Settanta, non esiste internet, la prova del dna e la tecnologia non è di alcun aiuto o quasi. Tutta l’indagine si basa su conoscenze e passaparola, interrogatori non del tutto ufficiali, minacce più o meno velate e appunti sul taccuino.

I temi cardine di questo romanzo poliziesco sono lo spaccio di droga e la prostituzione, argomenti sempre molto attuali. Il messaggio che l’autore vuole passare però è molto diverso. Arrivando a scoprire la trama conduttrice di tutti i delitti, il lettore scoprirà una Glasgow inedita, mascherata dietro le ville lussuose e i modi di fare signorili. Perché la violenza dei sobborghi poveri non è niente rispetto a quella che possono ordire i ricchi e i potenti pur di mantenere dei segreti scottanti.

Alan Parks ci offre uno spaccato splendido e completo della città di Glasgow di quel periodo storico. Da una parte vicolini bui, puzzolenti e pericolosi a qualsiasi ora del giorno, povera gente costretta a fare qualsiasi cosa pur di racimolare qualche soldo. Dall’altra grandi ville ottocentesche con tanto di servitù in livrea, nobili viziati e annoiati, che si inventano giochi perversi e pericolosi per trascorrere le loro giornate con un pizzico di pepe.

La figura di McCoy è esclusa da entrambi i mondi che compongono la città di Glasgow. Lavora per la polizia, quindi viene guardato con malafede dei criminali, nonostante conosca molti di loro e abbia con loro alcuni traffici loschi. Ha un passato turbolento alle spalle, per cui è escluso anche dal mondo dei nobili. Ma proprio questo suo stare nel mezzo, conoscendo persone da entrambe le parti, gli permetterà di mettere insieme i tasselli del puzzle ed arrivare alla soluzione del caso.

Resta un’ultima domanda: riuscirà ad arrivare in tempo?

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