“Il senso ultimo delle cose” – Il senso della vita, Marco Verzè

Il senso ultimo delle cose” è il secondo romanzo scritto da Marco Verzè, dopo “Il meraviglioso figliol prodigo”. E’ stato pubblicato per la prima volta nel 2012, ma solo nel 2017 è stato ai vertici delle classifiche dei libri più venduti dell’anno.

Pietro ha 35 anni, vive in una bella casa e ha un buon lavoro. E’ felicemente sposato ed è in attesa di un figlio. La sua vita perfetta però cambia drasticamente un pomeriggio di settembre. In seguito ad alcuni esami, Pietro scopre di avere un cancro. Da quanto dicono i medici gli rimangono solo sei mesi da vivere, “duecentosessantaduemilaottanta minuti”. Questa notizia lo sconvolge, gettandolo in un tunnel di disperazione. Quando suo figlio verrà al mondo, lui non ci sarà più. Il suo bambino è destinato a non conoscere mai il suo papà.

Travolto da una rabbia e un’angoscia profonda prende una decisione drastica e disperata. Decide di sparire. Vuole ritrarsi da tutto e da tutti, per abituare le persone che gli vogliono bene alla sua assenza. In particolare, non vuole caricare la moglie con ulteriori pensieri.  Da solo, vuole affrontare il conto alla rovescia che lo separa dalla morte, lontano da ospedali e medici, lontano dalla pietà della gente e dalle terapie.

Dopo aver girovagato un po’ per l’Italia, Pietro si ritrova in un rustico in rovina sulle colline di Assisi. La sua unica compagnia sono un vecchio cane, un gallo, cinque galline, sei conigli e una capra. Qui trascorre le sue giornate faccia a faccia con la sua paura della morte, maledicendo il suo destino e piangendo per il tempo che non potrà trascorrere con la sua famiglia.

Un giorno, Pietro fa la conoscenza di Walter, un frate francescano che vive in un eremo poco distante da lui. Inizialmente il protagonista è molto diffidente. Non tollera che il frate gli parli di quanto è bella la vita, che per lui sta volgendo al termine, e della gioia di vivere. Ma ad un certo punto, Pietro inizia a guardare le cose che lo circondano con occhi nuovi. Inizia per lui a delinearsi un sentiero fatto di speranza, una luce nel buio della sua esistenza. Un percorso lungo e tortuoso, a tratti irto di insidie, il fondo al quale Pietro troverà la forza per vedere il senso ultimo delle cose.

Tanti i sentimenti che traspaiono subito dalle prime pagine del libro: rabbia, paura, fatica ad accettare un verdetto tanto tremendo quanto inaspettato. Tante le domande che il lettore si troverà a porsi durante la lettura di questo romanzo. Quali sono le cose che realmente contano nella nostra vita? Per cosa vale davvero la pena combattere? Cosa prova un uomo che sa di dover morire a breve? Queste sono anche le domande che si pone Pietro, il protagonista, e a cui frate Walter cercherà di dare una risposta, facendolo riflettere sul senso ultimo della vita.

La fede, in questo libro, fa da coprotagonista. Sentirsi vicino a Dio è un buon modo per ritrovare la speranza in questa parte di vita così delicata per Pietro. Dopo la rabbia, la paura e l’angoscia per il suo destino che sembra irrimediabilmente segnato, Pietro riscopre la speranza e il senso ultimo delle cose.

 

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