“Una ragazza cattiva” – vendetta e giustizia, Alberto Beruffi

Il thriller “Una ragazza cattiva”, romanzo d’esordio dell’autore Alberto Beruffi, viene pubblicato nel 2017.

Mantova, giorni nostri. In un autogrill poco distante dalla città viene ritrovato il cadavere di Giulia Scarpanti, strangolata con una corda di chitarra. Sembra un crimine poco diverso rispetto agli orrori cui, al giorno d’oggi, siamo abituati, ma non è così. Le pareti dell’autogrill sono state ricoperte da poster, la bocca della ragazza è stata incollata in modo da farla sorridere, e attorno al suo corpo viene ritrovato un carillon.

Appare subito chiaro che l’omicidio era premeditato da tempo, e tutto era già stato studiato nei minimi dettagli. L’allestimento della scena del crimine sembra voler suggerire qualcosa, ma che cosa?

Le indagini vengono affidate a Marco Pioggia, commissario burbero dal passato tormentato, e a Lara Tarantino, che per anni ha collaborato con l’FBI. La polizia brancola nel buio, e nel giro di pochi giorni, vengono ritrovato altri cadaveri, barbaramente assassinati e disposti ad arte, inscenando qualcosa che ha in mente l’assassino.

C’è un legame che lega le persone assassinate? Apparentemente non hanno niente in comune, eppure…

La trama di questo thriller ricco di suspense è orchestrata in modo da tener incollato il lettore alle pagine fino alla fine. L’autore intreccia sapientemente presente e passato, portandoci a scoprire dettagli che sfuggono ai commissari di polizia. Senza rendersene conto, il lettore si ritroverà ad indagare in solitaria, mettendo insieme le tessere di un puzzle che sembrano non incastrarsi, fino al colpo di scena finale.

Tutto il romanzo si snoda saltando dal passato al presente, con capitoli brevi e sferzanti, che si interrompono sul più bello, lasciando il lettore con l’amaro in bocca ma con la curiosità di sapere come andrà a finire la vicenda. Tra passato e presente troviamo anche due storie d’amore, tanto diverse quanto simili. Entrambe nate da sentimenti sinceri, andranno incontro ad un triste epilogo, senza lieto fine.

Sullo sfondo, la splendida città di Mantova, teatro delle passioni giovanili dei protagonisti, e dei terribili omicidi che sembrano non finire mai. La Mantova dei turisti che affollano il lungolago Gonzaga si contrappone alla Mantova di un vecchio collegio di frati. Qui, all’ombra delle mura ecclesiastiche si sono perpetrati negli anni soprusi e atti violenti, sfuggiti agli occhi dei più, ma mai dimenticati da chi era presente.

Addentrandoci nel romanzo, impareremo a conoscere i protagonisti, le loro passioni e le loro paure. Studieremo con loro nella biblioteca del collegio, e impareremo a temere i professori più severi. Verremo a conoscenza di segreti che forse sarebbe meglio lasciare sepolti, e assisteremo impotenti al dramma che si consumerà tra quelle gelide mura.

La particolarità che rende unico questo giallo, è la disposizione dei cadaveri e l’allestimento della scena del crimine. L’omicida sembra aver studiato per anni come disporre ogni singolo dettaglio, quasi volesse a tutti i costi lasciare degli indizi per farsi scoprire. Più volte i commissari arriveranno vicinissimi alla soluzione, perdendo le fila del discorso per un soffio. Per questo, ad un certo punto, incapaci di indagare più a fondo, Marco e Lara si faranno aiutare da Mattia Mantovani, che sugli omicidi avvenuti, sembra saperla proprio lunga. Sarà lui la voce dell’autore, che svelerà la messinscena di quelle morti. Ogni scena del crimine, cadavere compreso, rispecchia un brano musicale.

Da quando entra in scena Mattia, il romanzo, se possibile, accelera ancora di più. L’omicida si sente braccato, e forse la polizia inizia a farsi un’idea su chi possa essere stato. A tutti gli interrogatori viene dato un giro di vite, ma i commissari dovranno far fronte ad alti prelati che non parlano, testimoni che dichiarano il falso, e gente apparentemente sparita da Mantova, che ricompare all’improvviso.

Un thriller mozzafiato dall’inizio alla fine, che non appare mai scontata e arriva come una sferzata di aria gelida, impossibile da prevedere. L’epilogo però, lascerà al lettore un grande dubbio. Chi sono i veri carnefici e le vere vittime? Il confine tra vendetta e giustizia è davvero così definito?

4 Risposte a ““Una ragazza cattiva” – vendetta e giustizia, Alberto Beruffi”

    1. Grazie a te, Alberto, per i complimenti, e per il bellissimo spaccato della vita contadina di Mantova che ci hai offerto nel tuo romanzo.

  1. In quanto mantovana, nel libro ho ritrovato molti scorci della città. Complimenti all’autore per le descrizioni minuziose e complimenti alla redazione per la recensione!

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